La vera storia di Julia Golden
“Ci stai? Ci lascerai stabilire e lentamente masticarti così che tu diventi pulita e più educata, finché la tua natura selvaggia e la tua forza siano sfinite e il tuo nome requisito?”
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“Ci stai? Ci lascerai stabilire e lentamente masticarti così che tu diventi pulita e più educata, finché la tua natura selvaggia e la tua forza siano sfinite e il tuo nome requisito?”
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La paura della pazzia è il primo comandamento della società occidentale su cui si fondano di conseguenza tutte le sue istituzioni.
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Un’altra giovane donna che ritrova la forza di celebrare la propria divinità interiore dicendo basta al sopruso, all’assoggettamento, alla violenza psicologica e non. Che questa lettera possa ispirare ancora, perché il cambiamento deve partire da dentro.
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Siamo tutti responsabili. Lo siamo da quando abbiamo scelto di delegare e non controllare, nel migliore dei casi alzare le spalle e stare a guardare mentre la terra a cui apparteniamo – non viceversa – ha cominciato a essere sistematicamente stuprata.
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Comizi, feste, proteste. Scontri, divisioni. Programmi, voti, dichiarazioni. Ma vi siete mai chiesti che cosa serva davvero a questa terra per immaginare un futuro?
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. Tutti al palazzo di giustizia, al Tribunale, al Colle. A protestare. Sì, perché la giustizia è una cosa seria, con la giustizia non si scherza mica: dal latino iustus, giusto, leale, onesto, imparziale. Integro ideale idoneo; utile opportuno adeguato. Virtuoso. Legittimo. Questa bandiera di giustizia che i novelli parlamentari vanno sventolando contro i giudici rappresenta il valore più alto dell’umanità: il codice che classifica i comportamenti non ammessi prevede una struttura giudicante, a tratti allucinante, che poi traduca il dettame in un’azione giudiziaria istituzionalizzata. La spada della giustizia non ha fodero diceva Joseph de Maistre. Giustizia impositiva, giustizia codificata, senso della giustizia. Da ius diritto e ragione. Giustizia divina, giustizia terrena: virtù morale nobilissima, dovere e diritto, pena, contrappasso, vendetta. Poi c’è l’ingiustizia. Una cosa proprio brutta l’ingiustizia, abbasso l’ingiustizia. La legge è...
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ovvero: riflessioni di una giovane professionista sarda Sono andata via di casa a diciannove anni, dopo il diploma linguistico e qualche dramma familiare in valigia. Ho vissuto a Firenze per laurearmi in Media e Giornalismo, ho vissuto due anni a Roma collaborando con festival, riviste, agenzie di comunicazione, case editrici. Ho viaggiato come reporter in Europa, Medio Oriente, Africa e Asia. Ho dormito e mangiato per terra con i bambini in Senegal, mi sono lavata nei bagni delle palestre abruzzesi con le donne terremotate delle tendopoli. Ho girato da sola nell’infinita metropolitana di Tokyo, ho passato i checkpoint israeliani a Ramallah, ho scalato col vento gelido di gennaio la Grande Muraglia Cinese. Sono salita su mulini olandesi e torri taiwanesi, sono entrata nella pancia dell’enorme Buddha di bronzo sulla costa giapponese, ho assistito...
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[Questo è un estratto dal mio contributo per “La rotta di Glauco. Viaggi per terra e per mare” di Maria Silvia Codecasa, pubblicato a maggio 2011 da Exorma Edizioni, stimolante e coraggiosa Casa Editrice di Roma.] Dagli orizzonti madreperlati di Venezia alla polvere di Calcutta, dai tramonti dell’Isola d’Elba alla nebbiolina notturna sotto l’Himalaya, dalla cappella indù nello scantinato aeroportuale di Fiumicino al culto dei serpenti in Corea. Da Mykonos a Singapore, da Teheran a Katmandu, da Mosca a Caracas, dal Gange alla Mesopotamia, e poi Cuba, Afghanistan, Turchia, passando per Canberra e la sua grandiosa biblioteca dell’Università Nazionale: quante vite in una sola vita! Imbarcazioni dagli occhi azzurri, avatar scalzi, notti dense di zanzare e divinità cosmopolite. Non si tratta dello spericolato protagonista di un romanzo di Salgari, ma di...
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[Ecco il reportage del grande Vincenzo Cammarata da Linosa. Dopo la Scuola del Viaggio di Milano e l’Alta Formazione in Fotogiornalismo di Contrasto ha intrapreso l’attività di fotoreporter freelance. E’ uno dei fondatori del collettivo Fos – Focus on Stories.] Scoglio di 5,43 km quadrati, dimora di 400 anime che hanno vissuto silenziosamente molte emergenze, Linosa è un’isola di confine. Un confine che troppo spesso sparisce ingoiato dall’oblio e dalle cronache provenienti dalla ben più nota Lampedusa. Linosa è un’isola ormai spenta al centro del Mar Mediterraneo, in bilico sul bordo della zolla europea, fatta di capperi e fico d’india. Pochi italiani conoscono questa frazione del “comune di Lampedusa e Linosa”, molti sono i “forestieri” che qui comprano casa e cambiano vita: alcuni per un paio di stagioni l’anno, altri definitivamente,...
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